La procedura di ripristino di un backup eseguito con la tecnica della clonazione permette, pur con alcune limitazioni che saranno successivamente esposte, di ottenere da subito una copia della memoria di massa il cui contenuto è esattamente identico all'originale e che, quindi, può essere immediatamente utilizzata per ripristinare il contenuto di un dispositivo malfunzionante oppure per preparare un altro dispositivo di sostituzione. Inoltre, la stessa tecnica può, di fatto, essere utilizzata anche per installare ex-novo un sistema operativo replicando un'installazione già disponibile e configurata.
Nell'ecosistema open source sono disponibili diverse soluzioni per la clonazione, tra le quali ci sembra utile portare all'attenzione del lettore il progetto clonezilla.
Il progetto clonezilla
clonezilla, sviluppato dal The National Center for High-Performance Computing [1], è un progetto rilasciato con licenza GPL, che supporta il backup e restore sia per una singola postazione (caso d'uso stand-alone), che simultaneamente per un maggior numero di postazioni diverse (caso d'uso client - server) collegate da un rete dati. In questa sede si tratterà il primo caso, la cui documentazione è reperibile all'indirizzo internet http://clonezilla.org/download/sourceforge/doc/clonezilla-live-stable-doc.php sotto forma di reference cards.
Architettura
L'architettura di clonezilla si basa su un insieme di procedure (shell script in bash o perl) che, una volta avviate, gestiscono l'interfaccia utente e comandano l'esecuzione dei programmi direttamente interessati alla clonazione delle memorie di massa o delle loro partizioni; il codice sorgente di tali script è disponibile nel repository di sourceforge che ospita il progetto [3].
La clonazione è realizzata con i programmi partclone [4], ntfsclone [5] e partimage [6] per partizioni che ospitano i seguenti file system: ext2, ext3, ext4, reiserfs, xfs, jfs per GNU/Linux, FAT, NTFS e HFS+; è, invece, utilizzato il più comune programma dd [7] per le altre tipologie di file system: la differenza tra le due soluzioni è che nella prima la conoscenza della struttura logica del file system da parte dei programmi utilizzati consente l'ottimizzazione delle operazioni limitando la copia alle sole aree effettivamente utilizzate. È utile precisare che la documentazione riferisce che è disponibile il supporto per la seconda versione del Logical Volume Manager (LVM) di GNU/Linux, mentre manca per la precedente versione di LVM.
Allo scopo di accedere al dispositivo da clonare in modo esclusivo (come indicato in premessa), gli shell script e i programmi impiegati da clonezilla sono stati "confezionati" all'interno di un CD-ROM dal quale è possibile avviare il computer interessato; naturalmente, GNU/Linux è il sistema operativo contenuto nel CD-ROM ed utilizzato per avviare gli shell script e fornire le funzionalità di base necessarie ad utilizzare i programmi sopra indicati.
L'immagine in formato ISO utilizzabile per creare (masterizzare) il CD-ROM di clonezilla per la versione considerata "stabile" è reperibile all'indirizzo internet http://clonezilla.org/download/sourceforge/stable/iso-zip-files.php.