- -l, --locate [ pattern list ]: visualizza la path in cui saranno ripristinati i file dell'ultimo backup o di quello specificato con l'opzione --time ; se fornito, il parametro pattern list è utilizzato in analogia a quanto già indicato per il comando --get-available. Sono interessati i file attivi cioé quelli presenti nel sistema al momento del backup. In sistesi, quindi, questo comando indica quali file saranno estratti, da quale archivio per ripristinare lo stato del sistema al momento dello specifico backup selezionato;
- -r, --restore [ pattern list ]: esegue le stesse azioni del comando --locate, ma in più esegue fisicamente il ripristino del backup; è bene precisare che i file sono ripristinati nella directory corrente, cioé quella da cui è eseguito il comando backup2l -r e visualizzabile con il comando pwd;
ATTENZIONE: è possibile, ma è sconsigliato, ripristinare i file del backup nelle loro path originali eseguendo il comando cd / prima del comando backup2l -r
- -p, --purge BID list: rimuove l'archivio (o gli archivi) specificato/i, e tutti gli altri archivi di backup (ricordiamo che è utilizzata la tecnica di backup differenziale);
- -m, --make-check [ BID list ]: crea un 'file di controllo' usando il programma md5sum; se nessun BID (backup ID) è specificato, il file è creato per tutti gli archivi che ne sono sprovvisti;
- -v, --verify [ BID list ]: verifica l'integrità degli archivi di backup usando il file di controllo precedentemente generato; se nessun BID (backup ID) è specificato, tutti gli archivi esistenti sono controllati; se il file di controllo non è stato generato, è verificata solo l'esistenza del file e l'integrità del file secondo quanto previsto dal programma di archiviazione utilizzato;
- -x, --extract capacity max-free BID-list: organizza gli archivi dei backup specificati in modo da poter essere a loro volta archivati su supporti rimovibili, come i CD-ROM, di limitata capacità (pari a capacity MByte), lasciando su ciascuno di essi al massimo max-free MByte liberi; il parametro BID-list può anche essere specificato attraverso wildcards come, ad esempio, 1 '2*'; il comando genera un elenco di directory numerate ciascuna delle quali rappresenta il supporto su cui dovrà essere trasferito; la procedura preserva l'ordine degli archivi di backup e gli archivi le cui dimensioni eccedono quella del supporto sono suddivisi in più file con un numero seriale aggiunto al nome di ciascuno di essi. Le operazioni sono interattive: basta eseguire il comando per capire le attività eseguite ed è possibile interromperlo qualora esse fossero difformi da quanto desiderato.
Utilizzo
Backup manuale
L'uso di backup2l è piuttosto semplice. Come precedentemente accennato, una volta correttamente completata la configurazione, il backup è eseguito automaticamente su base giornaliera qualora il sistema e il suo scheduler siano operativi all'orario previsto. Ciò non di meno, è possibile avviare backup2l manualmente, ad esempio nel caso in cui sia avvenuta, nel corso della stessa giornata, un'importante variazione ai dati successivamente all'attivazione automatica della procedura; in tal caso, il comando da impartire è:
# backup2l -b
È bene ricordare che tale comando di norma è utilizzato con l'utenza di root (ad esempio, quando è avviato dal scheduler di sistema).