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Command (m for help): n
Command action
   e   extended
   p   primary partition (1-4)
p
Partition number (1-4): 2
First cylinder (26-1044, default 26): 
Using default value 26
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (26-1044, default 1044): 
Using default value 1044

Command (m for help): t
Partition number (1-4): 2
Hex code (type L to list codes): 8e
Changed system type of partition 2 to 8e (Linux LVM)
Command (m for help): p

Disk /dev/hda: 8589 MB, 8589934592 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 1044 cylinders
Units = cylinders of 16065 * 512 = 8225280 bytes
Disk identifier: 0x77fb1f68

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/hda1               1          25      200781   83  Linux
/dev/hda2              26        1044     8185117+  8e  Linux LVM

Command (m for help): w
The partition table has been altered!

Calling ioctl() to re-read partition table.
Syncing disks.

Adesso possiamo creare il file system ext3 sulla prima nuova partizione (sulla seconda non è necessario siccome verrà inglobata nell'LVM):

mkfs -t ext3 /dev/hda1

A questo punto siamo tornati nella stessa situazione in cui eravamo subito dopo l'installazione di Debian. Pertanto seguiamo nuovamente i passaggi indicati nel punto Creazione dell'ambiente mirrored in modo tale da ripristinare la situazione di sicurezza e ridondanza iniziale.

Avvertenze su Grub e LVM

Nell'articolo proposto forse qualcuno avrà osservato che ho preferito non inserire la partizione di boot all'interno dell' LVM. Il motivo principale è di garantire un più facile ripristino del sistema in caso di eventuali malfunzionamenti, in particolar riferimento ad eventuali errori del boot loader. Infatti ad oggi il boot loader Grub è perfettamente in grado di gestire senza problemi le partizioni su LVM, /boot compresa.
Però potrebbe capitare di trovarsi in una situazione in cui, per qualsiasi motivo, GRUB non riesca a caricare il modulo che gestisce lLVM. Allora in questo caso, se si ha la /boot separata, sarà comunque possibile tramite la rescue shell accedere ad essa, caricare il modulo LVM e procedere con l'avvio del sistema.

Considerazioni finali

Con questo articolo ho avuto il piacere di illustrare i vantaggi della virtualizzazione per eseguire test nonché il piacere di introdurvi al mirroring con l'LVM. Ma l'LVM è molto più della semplice modalità mirror. Infatti i maggiori vantaggi, i quali mi hanno portato ad adottare l'LVM su tutti i miei computer, derivano proprio dalla libertà con cui è possibile gestire la dimensione delle partizioni: è possibile aumentare on-line lo spazio di un LV così come ridurlo da off-line. Inoltre è possibile spostare i LV o i VG da un PD ad un altro con estrema semplicità, non si è più vincolati al rigido limite imposto dal tradizionale partizionamento!

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