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Probabilmente, upstart è in parte influenzato dalla forte dipendenza con il vecchio sistema init, cosa che gli impedisce di sfruttare appieno il sistema ad eventi. In futuro si potrebbe però immaginare di riscrivere determinati servizi in modo da adattarsi meglio al nuovo upstart, mantenendo in ogni caso la compatibilità con il vecchio init.

Readahead, senza rivoluzionare il sistema d'avvio, ci regala in ogni caso un ca. 10% del tempo di boot; così si trova nella letteratura, così è stato nei miei test. Quanto siano importanti questi secondi (in ogni caso, generalmente fra i 2 e i 6) spetterà a noi deciderlo. Nel mio portatile ho considerato una diminuzione dell'8% (readahead vs non readahead) un tempo più che piacevole da risparmiare.

Come sempre, il modo migliore (sempre dopo un bel back up) per ottimizzare il proprio avvio è quello empirico: si prova, prova e si riprova. Un consiglio (ve l'ho già detto di fare prima un back up?) è quello di eseguire sempre un passo alla volta, onde a non perdere il filo d'Arianna se qualcosa non dovesse funzionare come ce lo avevamo immaginato e potere "tornare indietro" con un'operazione unica.

Infine, come vedrete voi stessi, non possiamo dimenticare l'hardware della nostra macchina: con il mio p4 a 1.7 GHz, poca RAM e HD scarsino, ottengo un boot in 17 secondi caricando solo i servizi che ho bisogno; parallelizzazioni varie non aiuterebbero un gran che l'efficienza del processore, già al massimo con i processi in serie. Se possedete invece un dual 2 core da 2.0 GHz, RAM a gogo e un bel HD (il mio portatile) non ci sarà che da divertirsi a studiare il proprio boot e provare le varie possibilità per ottimizzare questo processo.


Non resta che dire, Happy Hacking a tutti!




Redattore: brunitika

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