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MadameZou: Vista la tua lunga, quasi decennale, militanza in Debian come sviluppatore è chiaro che la tua è una prospettiva privilegiata da cui guardare non solo l'evoluzione della struttura della distribuzione (ad esempio quindi le innovazioni sul piano meramente tecnico) ma anche dell'infrastruttura (le diverse modalità di gestire il lavoro degli sviluppatori, i nuovi ruoli) e del modo di proporsi verso l'esterno della distribuzione stessa. Qual è il cambiamento ai tuoi occhi più significativo avvenuto in Debian durante questo lasso di tempo?

Andrea: Vorrei risponderti in modo paradossale: il miglior cambiamento di Debian è che Debian non è cambiata poi molto. Infatti la tua domanda si può leggere in varie maniere diverse.

Dal punto di vista numerico, Debian è cambiata moltissimo: tutti i numeri sono cresciuti esponenzialmente in questi anni (e ancora crescono), come il numero di pacchetti, le architetture supportate, il numero di bug, e il numero degli sviluppatori. Per questo, il progetto si è molto modificato negli anni.

Nei primi tempi, il progetto era più "anarchico", in quanto molte procedure erano regolate dalle consuetudini: c'erano persone che si occupavano delle faccende più delicate (come ad esempio i sysadmin dei server centrali), ma non era chiaro (almeno ai miei occhi) chi avesse deciso su chi si occupava di cosa. Questo era ragionevole in un progetto che era nato dal nulla, e che all'inizio si era auto-organizzato. Adesso ci sono molti più sviluppatori, e ne è seguita è un organizzazione più regolata in cui vi sono precisi ruoli; esistono molti team, che si occupano di questioni specifiche, come si vede da http://www.debian.org/intro/organization, e il lavoro di questi team è più trasparente, i team inviano email informativi alle liste generali.

Dal punto di vista tecnico, Debian ha fatto grandi passi avanti; solo per citare alcuni aspetti, ti posso dire che, oggigiorno, i nuovi pacchetti inviati nella 'new queue' vengono automaticamente controllati usando lintian, e vengono ricompilati dai 'buildd' per tutte le 14 architetture, e poi vengono installati e disinstallati automaticamente da 'piuparts'; questo aiuta a tenere una qualità molto elevata.

Le cose più importanti, però, non sono cambiate!

In questi 17 anni da quanto Debian è nata, altre distribuzioni (sia commerciali sia di volontariato) sono nate, si sono trasformate, e poi alle volte sono morte. Debian invece è sempre qui, è sempre una comunità di volontari, guidata dal Contratto Sociale con gli utenti. Come dicevo sopra, ciò che conta per me è la possibilità di fare qualcosa di utile, e divertente; e questo non è cambiato.

MadameZou: Ho notato che hai mantenuto Mplayer, che è uno dei pacchetti che più di tutti soffre delle rigorose politiche Debian relative alle licenze dei programmi, dato che spesso sono necessari codec non free per usarlo per vedere certi filmati e/o ascoltare musica in un determinato formato. Quindi spesso molti preferiscono appoggiarsi al repository (non ufficiale) multimedia e da lì prelevare sia mplayer che i codec. Secondo te questo rappresenta un collo di bottiglia per questo pacchetto? È un problema che chi mantiene/comantiene il pacchetto si è posto? Come è possibile migliorare la situazione senza penalizzare al contempo le DFSG?


Intervista Andrea

Andrea Mennucci è DD (Debian Developer, "Sviluppatore di Debian") dal 2001. Per l'occasione ci ha lasciato un'intervista per arricchire questo numero 5 di "Debianizzati" ed avvicinare ancora una volta gli utenti ai pensieri di uno sviluppatore. L'intervista è stata rilasciata a MadameZou, ex utente della comunità ed ex membro di redazione del progetto e-zine.

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