Nel nostro Paese viviamo in una situazione che sta fra l'avanspettacolo di infimo ordine e la tragedia greca.
Abbiamo una magistratura che condanna in base alla "possibilità" che dei reati vengano commessi (tra l'altro) fuori dalla propria giurisdizione (si veda la vicenda The Pirate Bay per l'appunto), una classe politica incapace di legiferare al passo con i tempi e troppo coinvolta negli interessi economici in gioco, dei mezzi di informazione (radio, giornali, tv) che mantengono un ossequioso silenzio e, infine, una società civile che sembra disconoscere il problema e che, se lo riconosce, quanto meno lo sottovaluta.
Siamo disorganizzati, poco consapevoli, poco curiosi e per niente desiderosi di capire e di impegnarci a difendere i nostri diritti.
Insomma, si ha l'impressione di un pericoloso disinteresse generale.
Il 4 Maggio 2010 dai gruppi per la giustizia sociale e i diritti online è stata indetta la giornata internazionale contro i Digital Restrictions Management (DRM) ovvero contro i sistemi di gestione delle restrizioni digitali.
L'obiettivo è quello di far crescere la consapevolezza dell'opinione pubblica relativamente ai pericoli derivanti dall'utilizzo di tecnologie atte a limitare l'accesso ai dati digitali, relativamente all'ennesima forma di controllo che si cerca di imporre contro la libera diffusione del sapere.
Speriamo non venga sprecata l'ennesima occasione di cercare di strapparci la benda dagli occhi, di cercare di spezzare quella corda che ci immobilizza le mani.